lunedì 18 marzo 2013

BASTARDO DEL MIO PAESE |che non v'è posto ne ora al rimanere|

Quale contagio il ritorno
Liscio di terra il tremolar di trame
Ch’apparta di fogliame il mio paese
Arso come contagio scorre il niente
Entro il respiro assente dei pareri
Che somigliar mi turba volentieri.
 
Morto di sonni il sacrosanto intento
Entro il funereo incontro dei divani
Tanfo del chiavicare d’acque torve
Antro di sbornie postume ai cantieri
Che somigliar mi turba volentieri
 
Il parlottar serrato nelle case
E il vomito di frase pellegrina
Eppure ai sassi il marcio del frutteto
M’approda come lieti dispiaceri
Che somigliar mi turba volentieri
 
Puzzo come ubriaco di lavello
Rosso come balcone di gerani
Gobbo come la cruccia a cui m’appendo
Par che sia scorso il vacillato ieri
Che somigliar mi turba volentieri

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